Bokeh è un termine giapponese che significa “fuori fuoco, sfocato” ed è un’espressione che in fotografia si utilizza per individuare la qualità di sfocatura di un obiettivo; per estensione con effetto bokeh si intende una particolare tecnica di sfocatura delle immagini dal grande impatto visivo. Ma a cosa serve l’effetto sfocato in una fotografia? Solitamente le sfocature sono poco gradevoli e indice di una foto mal riuscita. Bene l’effetto bokeh non è uno “sfocato” casuale o accidentale, ma è studiato e voluto per creare volutamente dei contrasti come un soggetto in primo piano ben definito da far esaltare contro uno sfondo sfocato (blurred background). Lo scopo dell’effetto sfocato ricercato è proprio quello di esaltare il soggetto in primo piano rispetto ad altri elementi di contorno.

Perché utilizzare il fuori fuoco

L’impiego dell’effetto bokeh in fotografia serve principalmente a:

  • Esaltare il soggetto principale e nascondere uno sfondo di scarso interesse;
  • Indirizzare lo sguardo di chi osserva la foto sul punto di interesse;
  • Creare un effetto magico.

Il bokeh isola il soggetto principale della foto dall’ambiente circostante; anche se lo sfondo stesso può essere interessante, se lo scopo è valorizzare il primo piano, la sfocatura aiuta a isolare ed evidenziare proprio il primo piano e l’uso dell’obiettivo bokeh è ideale per catturare anche particolari riflessi, un altro obiettivo darebbe riflessi ed effetti diversi.

A volte, è “necessario” nascondere uno sfondo poco gradevole o che non aggiunge nulla a commento della situazione in cui si colloca il soggetto principale e, in questi casi, la sfocatura circostante è lo stratagemma ideale per nascondere o distrarre lo spettatore.

Allo stesso modo, lo sguardo dell’osservatore può essere guidato verso l’oggetto di interesse e in questo caso, la sfocatura viene in aiuto per sottolineare – anche sullo stesso piano – solo ciò che si vuole evidenziare, limitando la profondità di campo.

L’effetto fuori fuoco, però, non necessariamente serve per togliere elementi all’occhio dell’osservatore, ma spesso può valorizzare l’immagine e creare una sorta di “magia”. L’effetto magico della sfocatura la ritroviamo nelle foto tutte sfocate soprattutto notturne con giochi di luci ed effetti “fantasma” interessanti, oppure quando le luci stesse creano atmosfere sognanti o, infine, quando è lo sfondo sfocato il centro stesso dell’immagine.

Come si ottiene l’effetto bokeh


Le regole per un effetto sfocato “perfetto” sono semplici, i passaggi sono i seguenti:

  • Mettere a fuoco il soggetto da fotografare;
  • Utilizzare l’apertura massima di diaframma dell’obiettivo;
  • Utilizzare una lunghezza focale elevata;
  • Modulare l’effetto sfruttando le distanze e i cambi di profondità di campo.

Per capire se il soggetto è perfettamente messo a fuoco non basta affidarsi alle impostazioni automatiche della fotocamera o verificare superficialmente sullo schermo LCD (su uno schermo piccolo sembra tutto sempre messo perfettamente a fuoco, ma l’ingrandimento su schermo rivela le sgranature dei pixel). Quindi, la perfetta messa a fuoco dipende dalla regolazione ottimale delle funzioni AF della macchina fotografica e se il soggetto in primo piano resta limpido anche a ingrandimenti fino a 6-7X.

L’apertura massima del diaframma per creare l’effetto sfocato voluto serve a ridurre la profondità di campo, vale a dire ridurre la zona di messa a fuoco, come punto di riferimento, l’apertura consigliata è di f/4 in giù. L’effetto bokeh, in presenza di luci forti, si regola sapendo che quanto più è aperto il diaframma maggiore il riflesso delle luci appare sfumato e rotondo, quanto meno il diaframma è aperto, tanto più netto e poligonale è il riflesso delle luci.

La lunghezza focale dipende dall’obiettivo utilizzato. La regola da tenere a mente è la seguente:

  • Minore lunghezza focale = maggiore profondità di campo. Una maggiore profondità di campo riduce l’effetto sfocato.
  • Maggiore lunghezza focale = minore profondità di campo. Una minore profondità di campo aumenta l’effetto sfocato.
  • Quanto più il soggetto è vicino alla fotocamera, tanto maggiore e pronunciato sarà l’effetto bokeh. La sfocatura aumenta con l’aumentare della distanza del soggetto rispetto al punto di fuoco.

Se si utilizza un obiettivo da 50 mm standard, occorre lavorare su tutte le variabili per ottenere il risultato bokeh, vale a dire aggiustare il diaframma, la distanza dal soggetto e la distanza dallo sfondo. I migliori risultati si ottengono con lunghezze focali e obiettivi da 200 mm in su, facendo attenzione a non arrivare a effetti paradossali, come per esempio, mettere a fuoco l’indice, ma non il resto della mano.

Come scegliere un obiettivo bokeh

Per un effetto bokeh dal risultato certo è preferibile utilizzare l’obiettivo bokeh, progettato appositamente. Per scegliere un buon obiettivo si consiglia di privilegiare lenti con lunghezza focale fissa perché presentano, in genere, una maggiore apertura diaframmatica e sono più luminose degli zoom. Esistono ottiche zoom con diaframma molto aperti, ma il costo rispetto a una lente fissa è maggiore perché sono difficili da costruire e sono più professionali.

Inoltre, è preferibile scegliere lenti con ottiche standard e lunghezza focale pari o superiore a 50 mm: pur sembrando un controsenso con quanto esposto finora, non bisogna dimenticare che il teleobiettivo tende a enfatizzare l’effetto Bokeh, ma schiaccia la prospettiva e questo si traduce – soprattutto nei primi piani di persone – in un appiattimento e allargamento del volto del soggetto.

In fotografia nulla è mai scontato, per cui spesso è meglio rinunciare a qualche accorgimento tecnico e prediligere la manualità e la dotazione basica. In fondo, per un buon effetto bokeh è sufficiente utilizzare un buon 50 mm luminoso con massima apertura del diaframma, avvicinandosi al soggetto quel tanto che basta per catturare il primo piano perfetto.